“Non so con quali armi si combatterà la Terza Guerra Mondiale, ma la Quarta guerra mondiale si combatterà con pietre e bastoni”. [Albert Einstein]
Ammettetelo. Quante volte avete desiderato con un pizzico di ipocrisia di abbandonare i vostri telefoni cellulari, sconnettervi dalla rete, spegnere la TV, sprofondare nel silenzio dei dispositivi elettronici e aprirvi al prossimo in eccessi di umanità incontrollata ?
Quante volte avete invocato pietà per voi stessi quando avete afferrato il vostro smartphone di ultima generazione e, spinti da un istinto compulsivo, avete scorso il pollice sullo schermo per leggere le ultime notifiche, avete riso dei meme più divertenti oppure avete provato appagamento nel vedere il contatore dei like incrementarsi.
Onestamente a me è capitato più volte e sempre mi sono chiesto se è questa la vita che ho sempre desiderato oppure , domanda più inquietante, se esiste una via di ritorno a tutto questo.
“Il Silenzio” di Don Delillo cerca di ipotizzare, in poco più di 100 pagine, uno scenario in cui tutti i televisori smettono improvvisamente di funzionare, tutti i telefoni cellulari si silenziano. Un’apocalisse digitale che avvolge la Manhattan del 2022 (e forse tutto il pianeta) in una nube di silenzio le cui cause sono ignote . Una Black Mirror al contrario, per citare una delle serie Tv di maggior successo.
Il tutto avviene per ironia della sorte nel giorno della SuperBowl, evento sportivo e mediatico per eccellenza.
“Dov’è la fede nell’autorità dei nostri device sicuri, delle nostre capacità di criptaggio, dei nostri tweet, dei troll, e dei bot. Ogni cosa nella datasfera è soggetta a distorsioni o furti ? E a noi non resta che starsene seduti qui a piangere per il nostro destino ?”
Delillo, autore considerato “profetico” (ma lui non si definisce tale) dopo opere come “Rumore Bianco” o “Underworld”, è oggi un signore benestante di 80 anni che scrive i suoi romanzi su una vecchia Olympus del 1975 e che , per scelta, non possiede uno smartphone. Una vita nell’ombra e lontana dai riflettori. Un atteggiamento che, forse, gli ha precluso riconoscimenti ben più ambiti di quelli che a buon ragione è riuscito ad ottenere.
Quindi quale migliore autore per costruire una siffatta ambientazione utopica ?
Appare subito evidente che a Delillo non interessa spiegare le cause che hanno portato al blackout e non interessa nemmeno ipotizzare un epilogo a questa vicenda. Lo scopo di Delillo è quello di mostrare la reazione umana allo spegnimento di tutte le cose. Lo fa con una prosa molto attenta all’estetica delle parole. Una prosa che mostra, non racconta.
In questo scenario si muovono i cinque personaggi protagonisti della vicenda.
Tessa Barens e Jim Kripps sono coniugi benestanti, due facce della stessa medaglia che nel momento del “blip” sono su un volo di linea di ritorno da una vacanza in Europa. Tessa Barens è una scrittrice di versi , un’artista dedita a mantenere una pratica che dovremmo tutti riscoprire: fissare i dettagli del mondo circostante in un taccuino. Jim Kripps è un distinto signore che non riesce a staccare gli occhi dalle cicliche informazioni del volo sparate dai monitor dell’aereo. In pratica, sono tutto quello che io vorrei essere e tutto quello che io sono.
“Ok, ora ti dico quello che sto scrivendo. Semplice. Alcune delle cose che abbiamo visto”. – “Ma se abbiamo opuscoli, libretti, interi volumi !”. – “Ho bisogno di vederlo scritto con la mia grafia, magari tra vent’anni, ammesso che sarò ancora viva, e trovare un elemento mancante, qualcosa che adesso mi sfugge.”
Li aspettano in un appartamento a Manhattan , televisione sintonizzata sul Super Bowl e birra fresca in frigo, una coppia di amici e un amico dei due. Diane, una stimata insegnante di Fisica, il marito Max e Martin, il giovane ex allievo di Diane. Quest’ultimo è decisamente il più grottesco dei cinque: ossessionato dalla teoria della Relatività di Einsten lo vediamo reagire al blackout con un lungo sproloquio complottista filosofico che in maniera semplicistica, ma con pochi timori di essere smentiti, potremmo definire “pippone”.
E’ proprio la reazione dei cinque protagonisti e del mondo circostante a catturare l’attenzione del lettore.
Personaggi che sembrano inseriti in una rappresentazione del teatro dell’assurdo, ognuno dei quali rappresenta un mistero per gli altri (per quanto il loro legame potesse essere stretto), ognuno dei quali racchiuso nell’individualità del proprio schermo.
Personaggi che si parlano addosso con monologhi filosofici sconnessi, dialoghi serrati, taglienti e senza senso che strappano più di un amaro sorriso. Il tutto senza volgere lo sguardo verso il proprio interlocutore. L’impossibilità di stabile un contatto, come se la tecnologia fosse un ponte elettronico senza il quale è preclusa ogni possibilità di comunicazione.
Come macchine , che necessitano di un laborioso riavvio per tornare a funzionare, la gente comincia a riversarsi nelle strade , inizialmente con cautela e poi , sulla scia di un senso di liberazione , tutti camminano, si interrogano, tutti si accompagnano vicendevolmente. Il cervello che torna in funzione, piccoli aliti di ricordi che riaffiorano come un sibilo d’aria proveniente da polmoni ottenebrati dal catrame della nicotina. Gli istinti primitivi sopiti che riemergono dal torpore. Frammenti umani di una civiltà che scivolano nel piano inclinato di una morente tecnologia.
“Quando un elemento mancante viene a galla senza l’ausilio di alcun supporto digitale, ognuno lo annuncia all’altro con lo sguardo perso in lontananza. l’aldilà di ciò che si sapeva da tempo e che è andato smarrito”
In conclusione, “il Silenzio” è un libro veramente molto breve. Lo si consuma con la stessa velocità con la quale si sorseggia un Jack Daniels con ghiaccio. E come un bicchiere di Jack Daniels con ghiaccio, non lascia risposte. Lascia vagare la mente.
Ve lo consiglio ? Si, qualora esca come racconto inserito in un’antologia. Il formato attualmente in libreria e edito da Einaudi, è un libricino tascabile di poche pagine con tanto di copertina rigida. Un formato e un’opera che non giustificano i 14 euro di spesa.
“E’ questo l’abbraccio casuale che segna la caduta della civiltà mondiale ?”