La casa delle voci

“Per un bambino la famiglia è il posto più sicuro della terra. Oppure, il più pericoloso.

Protagonista della storia è Pietro Geber, psicologo dell’infanzia ed esperto nella pratica dell’ipnosi, a cui viene affidato il caso di Hanna Hall, una misteriosa donna dal passato complicato. Hanne Hall sostiene infatti di essere l’artefice dell’ omicidio di un bambino e che questo è avvenuto quando lei non aveva ancora compiuto 10 anni.
Pietro Geber accetta reticente il caso e comincia a scavare nel passato della ragazza sfruttando la pratica che meglio conosce: l’ipnosi.
Questo percorso lo porterà a sondare i recessi nascosti di Hanne Hall trovandosi emotivamente coinvolto a causa di un passato, il suo, non ancora venuto in superficie.
Carrisi è molto bravo a rendere il romanzo scorrevole e a tenere la tensione alta senza raccontare una singola goccia di sangue. C’è anche qualche momento abbastanza terrificante, degno delle migliori produzioni horror (memorabile la scena in cui viene riesumata la cassa di legno dal prezioso contenuto appartenente all famiglia di Hanne Hall)
Sul finale, secondo me, Carrisi osa troppo ed alcune scelte mi sono sembrate un filino forzate.
Nel complesso è un buon libro soprattutto perché impone una riflessione sul concetto di famiglia e su come sia esso relativo, soprattutto se lo si analizza dal punto di vista di un bambino.

“Cos’è meglio, le fantasie di una bambina che crede alle streghe e ai fantasmi, oppure l’idea che esista solo questo mondo cinico e razionale in cui la morte è davvero la fine di ogni cosa e in cui qualcuno decide cosa è bene o male per noi senza nemmeno interpellarci ?”

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